
abruzzo
L'Abruzzo è una regione a statuto ordinario dell'Italia peninsulare, compresa tra l'Adriatico e l'Appennino centrale, il cui capoluogo è L'Aquila. Pur essendo geograficamente parte dell'Italia Centrale, l'Abruzzo è legato storicamente e linguisticamente all'Italia Meridionale.
Occupa una superficie di 10.862 km² e ha una popolazione di 1.332.689 abitanti. È diviso in quattro province: L'Aquila, Chieti, Pescara e Teramo, e in 305 comuni. Confina a nord con le Marche, ad est con il mare Adriatico, ad ovest con il Lazio e a sud con il Molise. Si divide principalmente in una parte costiera nel versante orientale con le spiagge dell'Adriatico e in una parte montuosa dal lato occidentale con il Gran Sasso d'Italia, 2912 m s.l.m., il massiccio più alto degli Appennini continentinentali.
La parola Abruzzo secondo l'ipotesi più accreditata proposta per la prima volta dallo storico umanista Flavio Biondo nella sua pubblicazione L'Italia Illustrata deriverebbe daAprutium come evoluzione popolare di (ad) Praetutium, ovvero la terra dei Praetutii, un'antica popolazione italica che viveva nella zona dell'attuale Teramo
Stemma della regione Abruzzo
Lo stemma della Regione Abruzzo è stato adottato nel 1976; la forma è quella di uno scudo italico ed il disegno è costituito da tre sbarre oblique, ognuna delle quali raffigura una caratteristica della regione: quella superiore, bianca, simboleggia le montagne innevate, quella mediana, le colline, mentre l'ultima richiama il colore del mare.
DIALETTO
Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. In particolare nel dominio reatino-aquilano, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio all'Aquila si ha cavaju per
"cavallo" (latino volgare *CABALLU(M)), ma scrio per "io scrivo" (lat. volg. *SCRĪBŌ). Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico. Questi dialetti appartengono al continuum linguistico mediano assieme ai confinanti dialetti dell'Umbria e del Lazio, privo di confini interni apprezzabili.
Area abruzzese adriatica, relativamente omogeneo fino alla dorsale appenninica, parlato nel grosso delle province di Teramo, Pescara e Chieti, che presenta le maggiori differenze nel campo della pronuncia vocalica, al punto che può essere ulteriormente suddiviso in: Teramano-Atriano (tra Rocca Santa Maria, Campli, Sant'Omero, Martinsicuro e Silvi), *Pennese (tra Castelli, Montefino e Loreto Aprutino), Pescarese tra Città Sant'Angelo, Alanno e Pescara), Chietino occidentale (con isocronismo sillabico completo, tra San Giovanni Teatino, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Guardiagrele e Fara San Martino), Chietino orientale (tra Francavilla al mare, Ortona, Ripa Teatina, Miglianico, Bucchianico e Crecchio), Lancianese (tra San Vito Chietino, Fossacesia e Casoli) e Vastese (tra Casalbordino, Carunchio e San Salvo), con isocronismo parziale.

PENNETTE CACIO E UOVO
• 320 g di pennette
• 200 g di pelati circa
• 2 tuorli d'uovo
• sale
• pepe
• olio
• pangrattato
• aglio
• prezzemolo
• 100 g di pecorino
INTRODUZIONE
Le "pallotte cac'e ova" di abruzzese memoria erano un sistema nutriente e salvifico di sfamare famiglie numerose senza buttare via nulla: pane raffermo, croste di formaggio, poche uova, e un sugo di pomidoro. Utilizziamo gli stessi ingredienti per nobilitare una trafila altrettanto storica, la pennetta rigata dei F.lli Setaro: piccola, dispettosamente incline a riempirsi di sugo, sfiziosamente nervosa.
PROCEDIMENTO
Lessa le pennette. Prepara una salsa con olio, aglio tritato, un frammento di peperoncino, poco prezzemolo tritato, e i pelati da schiacciare con il cucchiaio di legno. Scola le pennette ben al dente e falle saltare nel sugo, spegni il fuoco.
A parte hai sbattuto un tuorlo d'uovo con un cucchiaio d'olio, pepe e grattugia di pecorino abbondante, amalgamando bene a temperatura ambiente. Cala le pennette appena alzato il vapore e gira rapidamente, evitando di far cuocere l'uovo.
Nel piatto aggiungi il pan grattato fatto tostare bene.

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