
SARDEGNA
Superficie:
24.090 Kmq
Capoluogo:
Cagliari
Capoluoghi di provincia:
Nuoro, Oristano, Sassari
Monti principali:
Gennargentu (1834 m.)
Fiumi principali:
Tirso (135 Km.) e Flumendosa (127 Km.)
Laghi principali:
Lago di Coghinas, Stagno di Cabras,
Lago Omodeo
Isole principali:
Sant'Antioco (109 Kmq),
San Pietro (51,3 Kmq), Asinara (50,9 Kmq),
La Maddalena (20,1 Kmq)
La Sardegna è, per grandezza, la seconda isola del Mediterraneo: misura 24.090 kmq.
Si trova al centro del Mediterraneo occidentale. La posizione strategica della Sardegna al centro del Mediterraneo occidentale e la sua ricchezza mineraria ha favorito nell'antichità il suo popolamento e lo svilupparsi di traffici commerciali e scambi culturali tra i suoi abitanti e i popoli rivieraschi.
Le coste della Sardegna sono generalmente alte e rocciose, spesso sono articolate in promontori, con insenature ampie e profonde contornate da isolette. Essendo una terra antichissima, con rocce che risalgono al Paleozoico Antico (300 milioni di anni), l'Isola non possiede rilievi montuosi di grandi altezze a causa di lunghi processi di erosione. Predominano gli altopiani rocciosi di granito, arenaria, dolomie-calcari.
Tra i massicci montuosi spiccano quello del Gennargentu - nel centro dell' Isola - con la sua cima più alta (1.834 m.), il Monte Limbara (1.362 m.) a Nord e il Monte Rasu,.
La Sardegna, Regione dell’Italia insulare è costituita dall’isola omonima e da diverse isole minori, Arcipelago della Maddalena, Tavolara , Asinara,, San Pietro. È situata al centro del bacino occidentale del Mediterraneo. Il capoluogo di regione è Cagliari
I caratteri morfologici della S. rispecchiano la sua lunghissima storia geologica; le strutture predominanti del rilievo sono infatti rappresentate da altipiani e tavolati, costituiti da tratti delle superfici di spianamento e dalle coperture sedimentarie e vulcaniche che le hanno ricoperte. Nel complesso l’altezza media sul livello del mare è modesta (m 334).Ciò nonostante, la S. ha un carattere prevalentemente montuoso.
Il rilievo è costituito da una serie di massicci montuosi più o meno isolati, concentrati soprattutto nella parte orientale, dove si trovano il Monte Limbara , a N, e i Monti del Gennargentu. Nella parte occidentale i rilievi principali sono rappresentati, a S, dai monti dell’Iglesiente e del Sulcis , ma anche da diversi altipiani.
Tra le pianure, la più importante è il Campidano, che si estende per circa 2350 km2, con una lunghezza di circa 110 km tra il Golfo di Oristano e quello di Cagliari. Altre pianure di minore estensione, i cosiddetti campi, si trovano sparse nell’interno e altre sono state formate, lungo le coste, dai depositi alluvionali dei principali corsi d’acqua.
L’idrografia è caratterizzata da un regime torrentizio.Il Tirso, il Coghinas, il Flumendosa, principali fiumi della S., così come molti altri corsi secondari, sboccano al mare in pianure alluvionali spesso orlate da estesi stagni costieri. Una quarantina di bacini artificiali è stata costruita sia per regolare le piene, sia per produrre energia elettrica, oltre che per approvvigionamento idrico dei centri abitati.
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Quello della Sardegna è un clima mediterraneo, con scarse piogge e lunghi periodi di siccità. L’inverno è mite con temperature minime che raramente scendono sotto lo zero tra dicembre e febbraio, salvo che nelle zone montane dell’interno. La primavera può essere variabile, l’estate è moderatamente calda, ma ventilata. I venti prevalenti sono il maestrale (da nord-ovest), lo scirocco e il libeccio e il levante dal quadrante meridionali.
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In generale, la vegetazione ha prevalente carattere mediterraneo (macchia mediterranea, boschi di leccio e di sughera, castagneti). I boschi si trovano solo nelle zone montane, nel Gennargentu e in altre parti dell’isola, localizzati in genere nelle aree ben riparate e umide.
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Per ciò che riguarda la fauna, la S. presenta specie sicuramente esclusive dell’isola. Da ricordare il muflone (Ovis musimon), specie di pecora selvatica che non si trova nel resto dell’Europa; tra gli Uccelli la pernice petrosa; alcuni Rettili, Anfibi e diversi Artropodi, specialmente Insetti e Crostacei.
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L’economia dell’isola si fonda prevalentemente sul settore terziario (72,8% degli occupati nel 2008), nel cui ambito un posto di primaria importanza spetta alle attività connesse al turismo, che ha registrato una fortissima crescita a partire dagli anni 1960 e nel giro di pochi decenni, pur senza trascurare i costi culturali e ambientali che ha comportato, ha contribuito a modificare radicalmente l’immagine della S. all’esterno: da luogo di esilio a ‘paradiso delle vacanze’.
DIALETTO SARDO
Il Sardo fa parte di una famiglia di lingue chiamate romanze o neo-latine perché si sono formate soprattutto a partire dal latino.
Le lingue romanze, oggi, sono molto diverse fra loro, ma se si prova a confrontarle, si nota che alcune parole, sono molto simili.
Un esempio, può essere quello della parola “vento”, derivante dal latino “ventum”, di cui ora vediamo i corrispondenti nelle altre lingue romanze: SARDO BENTU
ITALIANO VENTO
La lingua sarda ha risentito delle diverse dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli; ma quella che ha influenzato in maniera particolare il sardo è stata quella romana del III secolo a.C..
Nei secoli della dominazione romana il latino ha avuto delle influenze sulla sua pronuncia dal sardo. Quindi, ci fu una fusione fra sardo e latino, che diede origine una delle lingue romanze per eccellenza: il sardo.
E’ possibile classificare la lingua sarda in diversi gruppi, il Campidanese, il Logudorese , il Sassarese-Gallurese, l’Algherese, il Tabarchino e l’Arborense.
Tradizioni
La Sardegna, grazie all'abbondanza delle materie prime, come l'asfodelo, il giunco, la palma nana e la paglia, si rivela terra ideale per i lavori d'intreccio e per la confezione di ogni tipo di contenitori rustici. Questa lavorazione è stata, sin dai tempi della preistoria, una delle principali attività dell'uomo, sia per la facilità del reperimento dei materiali, sia per l'impegno tecnico richiesto. L'oristanese è l'area della Sardegna più importante per la lavorazione della cestineria tradizionale. La zona si trova in un territorio ricchissimo di stagni, dove crescono le piante che forniscono le materie prime per la lavorazione di cesti, canestri e corbule, sapientemente intrecciati dalle artigiane del posto. Sono infatti le erbe palustri locali a prendere forma fra le abili dita delle donne che custodiscono i segreti di quest'antica arte. Nell'ambito della vita rustica della Sardegna le abitazioni dei pastori, dei contadini, degli artigiani, erano estremamente povere di mobili, ma ricche di oggetti di cestineria. Questi contenitori, indispensabili per i diversi usi e per le diverse operazioni di accumulo e di trasformazione degli alimenti, erano esposte sulle pareti o su ripiani.
Le lavorazioni del legno e del sughero ricoprono da sempre una notevole importanza per l'artigianato sardo. Le pregiate produzioni tradizionali, destinate, principalmente, all'arredo di interni e rustici, affondano le loro radici nella natura rurale e domestica del popolo isolano. Nella trasformazione del legno, la materia prima più usata era il castagno dei boschi della Sardegna centrale, un legno compatto e ricco di tannino e quindi intaccabile dal tarlo. Gli alberi venivano abbattuti alla fine dell'inverno, squadrati con l'ascia, segati a lastroni e lasciati stagionare. Nella primavera, il materiale veniva trasportato nei depositi presso le botteghe, dove veniva adoperato per la fabbricazione delle casse e di altri mobili in stile sardo. Il sughero, invece, già utilizzato dai Romani per la costruzione di sandali e la copertura delle anfore, veniva lavorato principalmente nella Gallura. Materiale assai rilevante per l'economia, veniva estratto dalla "Quercus suber" (quercia da sughero).
Ricette dalla Sardegna
I malloreddus alla campidanese sono un primo piatto sardo, tipico della zona del Campidano, regione meridionale della Sardegna.
I malloreddus alla campidanese sono conditi con un sugo di pomodoro preparato con la salsiccia e con una crema di pecorino ottenuta steperando il pecorino grattugiato con l’acqua di cottura dei malloreddus.
Ingredienti:
Gnocchetti sardi 400 g
Salsiccia 300 g
Pecorino sardo fresco 200 g
Cipolle mezza
Olio di oliva extravergine q.b.
Pomodori passata 300 g
Biscotti alle mandorle
INGREDIENTI:
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4 etti di mandorle
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4 arance
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½ bicchiere di miele
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200 gr. di farina
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1 uovo
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50 gr. di strutto
PREPARAZIONE:
Per il ripieno:
tritare le mandorle; abbrustolire in forno le bucce d’arancia e tritarle. Unire le mandorle e le bucce d’arancia e amalgamare tutto con il miele, mettere il composto in una pentola e far cuocere a fuoco basso , ottenere un impasto cremoso. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
Per il rivestimento:
Unire la farina con l’uovo, lo strutto e il sale, impastare tutto.
Con il ripieno formare tanti grissini di circa tre centimetri di diametro e lunghi circa dieci centimetri.
Dall’impasto per il rivestimento, staccare piccole parti, e tirarle fino a renderle sottilissime, formare delle strisce larghe due e lunghe dodici centimetri. Riempire le sfoglie con i grissini formati con il ripieno, dare forma alla caschetta, che potrà essere a spirale, , a semicerchio, a ferro di cavallo, far cuocere.


