top of page

 

EMILIA ROMAGNA

 

POPOLAZIONE: 3.983.346 ABITANTI 
SUPERFICIE: 22.123 KMQ. 
PROVINCE: BOLOGNA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA, MODENA, FERRARA, FORLÌ, RAVENNA E RIMINI 
NUMERO COMUNI: 341
DENSITÀ: 182 ABITANTI PER KMQ.
Unknown Track - Unknown Artist
00:00 / 00:00

 

Territorio. La morfologia del territorio regionale è caratterizzata dal contrasto evidente tra la montagna e la pianura; il confine meridionale segue le creste dell’Appennino, dai rilievi alle spalle della riviera di Levante fino al Montefeltro che, con le sue ondulazioni più morbide, propone il paesaggio dell’entroterra della Romagna meridionale. Il resto del territorio è occupato dalla pianura padana, con i suoi tratti uniformi; l’area a nord di Ravenna è stata interessata, come tutto il Polesine, da opere di bonifica per strappare alle acque lembi di terra coltivabile. La costa adriatica, dal Delta del Po a Cattolica, è bassa e sabbiosa. Nel sottosuolo si trovano minerali (prevalentemente zolfo e ferro) in corrispondenza dei rilievi collinari preappeninici; non mancano giacimenti di idrocarburi, anche consistenti: è stato rinvenuto petrolio intorno a Piacenza e Reggio nell’Emilia e si estrae metano soprattutto nelle vicinanze di Ravenna. Non mancano fenomeni di geotermia e carsismo, alle falde dell’Appennino, che costituiscono oggetto di interesse per gli studiosi. Anche la vegetazione richiama la varietà di tipi paesaggistici e orografici: dai boschi di conifere, faggio e castagno in montagna si passa ai pioppeti e ai frutteti in pianura; le risorse ambientali sono state oggetto di tutela da parte degli enti territoriali secondo una politica che sembra aver preferito interventi specifici e diversificati alla scelta di sottoporre a vincolo aree di grande estensione, con l’eccezione del Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano e Modenese. L’analisi dell’idrografia regionale coincide praticamente con quella del bacino fluviale del Po: la regione è interessata dal corso del maggior fiume italiano, che ne segna il confine politico-amministrativo a nord, e di alcuni dei suoi affluenti di destra: dal Trebbia al Taro, al Secchia, al Panaro, solo per citarne alcuni. Interessa invece solo l’area del delta il corso del fiume Reno, che si getta nel mare in corrispondenza delle valli di Comacchio. 

 

Clima. In considerazione della notevole estensione della regione e della sua morfologia diversificata fra montagna e pianura, si colgono nelle condizioni climatiche marcate diversificazioni fra le varie aree della regione. Caratteristica generale del clima emiliano-romagnolo è la tendenza alla continentalità che, più notevole nelle province settentrionali, con temperature medie intorno ai 2°C d’inverno e 22°C d’estate, si attenua nelle aree meridionali avvicinandosi al mare, con temperature medie intorno ai 4°C d’inverno e 23°C d’estate; l’escursione è sempre elevata e solo un po’ più ridotta presso il mare. Risalendo i versanti, tale escursione diminuisce e così la media termica, la quale però subisce un incremento deciso solo, in generale, al di sopra degli 800 metri. La pioggia che cade sulla regione va da minimi, che si verificano nei territori di pianura dell’entroterra, con circa 300 mm annui, a massimi in collina e, in proporzione più cospicua, in montagna, dove, comunque, si rimane al di sotto dei 1.000 mm annui. La medesima gradualità si riscontra per il numero totale di giorni di pioggia in un anno, che va da circa 70-80 nella bassa pianura fino a 120 nell’alto Appennino. L’entità e il regime delle piogge hanno carattere stagionale: sono cioè più abbondanti nell’autunno e solo eccezionalmente la quantità delle precipitazioni autunnali è raggiunta o superata da quelle primaverili. I venti dominanti nella regione, a parte quelli generati dalle configurazioni bariche a grande scala, sono rappresentati dalle brezze di mare sul litorale e dalle brezze di monte e di valle, conseguenza del differente  riscaldamento diurno e notturno tra le cime dei monti e le valli. 

 

Attività produttive

Mantiene con la propria tradizione un rapporto equilibrato pur essendo decisamente aperta al nuovo, come dimostra anche la diffusione delle emittenti locali e della stampa; l’imprenditoria vivace e l’economia florida sono testimoniate anche dal numero di sportelli bancari e dalla loro densità, che colloca la regione ai primi posti in Italia. La distribuzione delle attività produttive sul territorio consente di individuare distretti caratterizzati da una certa specializzazione nelle produzioni industriali: così si trova intorno a Modena una particolare concentrazione di aziende dedite alla produzione di ceramiche da arredamento e materiali da costruzione, mentre a Ferrara e Ravenna si trovano due dei cinque principali distretti nazionali per la chimica di base; ancora le province di Ravenna e Piacenza sono in prima linea nell’industria energetica, con estrazione e raffinazione di petrolio e metano; Parma è il cuore dell’industria alimentare e lattiero-casearia in particolare; intorno a Rimini e Forlì fiorisce l’industria dell’abbigliamento mentre quella meccanica è particolarmente vivace nelle province di Modena, Bologna e Reggio nell’Emilia; Ravenna e Ferrara sono note per la presenza di zuccherifici, tutta la zona costiera per l’industria turistica, il faentino per leceramiche artistiche e il modenese per l’industria tessile e soprattutto per quella automobilistica. L’agricoltura è un altro settore nel quale la regione vanta primati assoluti, dando un importantissimo contributo alla produzione nazionale di frutta e ortaggi. Prima in Italia per l’allevamento suino e per la pesca e l’itticoltura, la regione vanta produzioni di assoluto rilievo, sostenute spesso da enti di tutela organizzati in forma consortile; tali produzioni, oltre a fare la fortuna dell’industria di trasformazione alimentare, hanno reso celebre la gastronomia regionale: basti pensare al prosciutto, al vino (sangiovese, lambrusco, albana, cagnina), ai tortellini, alla piadina, al culatello, all’aceto balsamico, alle anguille; a volte la notorietà di un prodotto è tale da condizionare il lessico: è il caso della mortadella, che in molte parti d’Italia si chiama comunemente Bologna, o del parmigiano, termine con il quale si finisce per indicare un determinato tipo di formaggio a prescindere dal luogo di produzione. Marchi di prestigio e notorietà mondiale non si trovano tuttavia soltanto nella produzione agricola e alimentare: hanno sede e storia emiliana alcuni dei nomi più importanti e prestigiosi nel campo dell’automobilismo e del motociclismo sportivo. L’artigianato è ben rappresentato in diversi campi ed è spesso legato alle produzioni industriali per il loro particolare modulo organizzativo (è il caso dell’industria dell’abbigliamento) o per la necessità di particolare specializzazione (come nella meccanica di precisione); produzioni di particolare pregio artistico sono le ceramiche e la lavorazione delle erbe palustri. 
 

 

PARCO REGIONALE DEI LAGHI DI SUVIANA E BRASIMONE

Il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone (conosciuto anche come Parco dei Laghi) si estende su un'area di 3.329 ettari nei Comuni di Camugnano, Castel di Casio e Castiglione dei Pepoli in provincia di Bologna, nel settore centrale dell'Appennino Bolognese, con un'altitudine che varia dai 468 ai 1.283 metri sul livello del mare.

 

IL PARCO ENERGETICO

Il parco si caratterizza per la sua collocazione, estendendosi su due ampi bacini di origine artificiale, gli splendidi specchi d'acqua di Suviana e Brasiamone, risalenti al secolo scorso. La dorsale formata dal monte di Stagno e dal monte Calvi si prolunga separando le valli dei torrenti Brasimone e Limentra di Treppio, principali immissari dei due laghi. Proprio il sistema tecnologico che regola gli impianti idroelettrici di Suviana, dove si trova un centro visita dedicato all'acqua, e del Brasimone, che ospita una struttura informativa dell'Enea, risulta essere di particolare interesse. I laghi, inoltre, sono attrezzati per fornire la possibilità di effettuare canottaggio e windsurf, esercitando così un forte richiamo estivo.

 

FLORA E FAUNA

Nel parco è possibile osservare gole, radure e attraversare boschi misti composti da faggeti, querce, e rimboschimenti di conifere che rivestono i versanti e le arenarie dei principali rilievi nella parete occidentale della dorsale e a valle del bacino del Brasimone, formando il bellissimo fronte dei Cinghi delle Mogne. Recandosi sulle cime più alte si possono osservare versanti ripidi, coperti di boschi mentre nelle quote inferiori i versanti diventano meno ripidi.
La scarsa frequentazione di questi luoghi da parte degli uomini ha favorito la presenza della fauna selvatica, tra cui spiccano per importanza i cervi che si calcoli siano più di trecento ai quali vanno ad aggiungersi caprioli, daini, cinghiali. infatti nei mesi di settembre e ottobre, è l’area ove è più facile sentire i suggestivi bramiti in tutto il versante appenninico emiliano.
Da non trascurare l'importanza storica del parco, infatti i richiami del medioevo sono ben visibili in queste zone, lasciando tracce nei borghi come Bargi, Baigno, Badi e Stagno. Particolarmente affascinante è il borgo di Chiapporato, ormai in abbandono, con le belle case in sasso sovrastate dal ripido versante del monte Calvi.

 

 

 

Turismo culturale

 

L'Europa è una destinazione chiave di turismo culturale, che si stima, rappresenta circa il 40% di tutto il turismo europeo. Le politiche turistiche dovranno adattarsi a queste tendenze e sviluppare un'offerta di qualità promuovendo le culture e le tradizioni locali e prestando attenzione ad aspetti sostenibili: la conservazione del patrimonio, del paesaggio, della cultura locale.

DIALETTI E PROVERBI DELL' EMILIA ROMAGNA


Al don in prinzipi a gli è tot mél, e dopo tot fél 
Le donne all'inizio sono tutto miele e dopo tutto fiele

Tre nebi a l' fa una piuva, tre piuv una fiumana, e tre fëst da bal una putana 
Tre nebbie fanno una pioggia, tre pioggie una fiumana e tre feste da ballo una puttana

La brasúla 'd chijtar la pê sempar pió granda 
La braciola degli altri pare sempre più grande

U j è ch'magna par campê e chi ch'magna par s-ciupê 
C'è chi mangia per campare e chi mangia per scoppiare

Quand che la vójpa la s'invëcia al galeèn a gli chéga int e' mus 
Quando la volpe s'invecchia, le galline le cacano sul muso

Tre rob agli è bëli da znèn: e' sumàr, e' majêl e e' cuntadèn 
Tre cose sono belle quando sono piccine: l'asino, il maiale e il contadino

Chi ch'cardess a tot quel che po' insugnê, mat e' po' dvintê 
Chi credesse a tutto quello che può sognare, matto può diventare

A tô un vëcc da e' su usitéri, l'è l'instess che mandêl a e' zimiteri 
Distogliere un vecchio dalle sue abitudini, significa mandarlo al cimitero

L'è mej lugrê dal schêrp che di linzùl 
Meglio logorare scarpe che lenzuola

Bon temp, salut e quatrén i n'stofa mai 
Buon tempo, salute e quattrini, non stufano mai

E' mond l'è fat in tond e chi ch'a n' sa navighê e' va a fond 
Il mondo è fatto rotondo e chi non sa navigare va a fondo

E' pass par quant l'è longh la gamba, e' bcôn par quant l'è lêrga la boca 
Il passo per quanto è lunga la gamba, il boccone per quanto è larga la bocca

S'a j acàt chi ch'ha invantê la fadiga a i vol fê un brudet 
Se trovo chi ha inventato il lavoro gli voglio fare un brodetto

S'a m'met'a fé e' capler la zenta la nëss senza la tësta 
Se mi metto a fare i cappelli, la gente nasce senza la testa

S'u n' sbagliess neca i sapient, u n'i sareb piò post par ij ignurent 
Se non sbagliassero anche i sapienti non ci sarebbe più posto per gli ignoranti

S't vù vivar in aligrì guêrdat'd davanti e no di drì 
Se vuoi vivere con serenità guarda avanti e non dietro


Un'basta avé la rasònm, bsogna ch'i t'la dëga 
Non basta avere ragione: bisogna che te la diano

 Emilia Romagna: cucina  

Le lasagne sono senza dubbio una delle ricette Emiliane più famose ed apprezzate. Piatto della festa per eccellenza, per la sua ricchezza, sono piuttosto facili da preparare, purché non si abbia fretta: il segreto è il ragù che dovrà sospirare pian piano per molte ore, in modo da amalgamarsi bene, e la pasta che deve essere sottile "che si vede San Vitale" come dice una nota cuoca Bolognese.Le tigelle con il pesto modenese: un piatto della tradizione, semplice ed economico, ma ricco di gusto e anche di calorie.... La tigella è un pane tradizionale, che si prepara in padella, mentre il pesto modenese, come scoprirete nella ricetta fotografata, è un battuto di lardo e profumi: davvero squisito, anche se pesantuccio.

Una ricetta modenese dalla preparazione piuttosto impegnativa, ma che merita di essere provata!

Le rosette al prosciutto,  le ritroviamo anche in romagna, preparate in modo pressochè identico, ma con un nome diverso: nidi di rondine........

Lasagna Bolognese.

  • Facebook App Icon
  • Twitter App Icon
  • Google+ App Icon

© 2023 by Name of Site. Proudly created with Wix.com

bottom of page