
Friuli-Venezia Giulia
dialetto
Il friulano orientale[1] (detto anche sonziaco, friulano goriziano o, popolarmente, furlan da Bassa) è l'insieme delle varianti della lingua friulana parlate nelle aree che più o meno corrispondevano all'antica Contea di Gorizia e Gradisca (detto anche Friuli austriaco o Di là dal Clap), vale a dire quei territori friulani appartenuti all'Impero Austro Ungarico fino al 1918, allorquando passarono all'Italia a seguito della Prima guerra mondiale.
Il sopracitato friulano del goriziano si differenzia dalla koinè ufficiale per diversi tratti caratteristici, essendo state scelte come base per la grammatica della lingua ufficiale normalizzata le varianti della zona udinese. Ciononostante, alcuni studiosi tendono a classificare entrambe le varianti sotto il gruppo centro-orientale
geografia
Il Friuli-venezia giulia si trova nella parte settentrionale [nord-est] dell' Italia e si estende su una superficie di 7858 km². È formata dalla regione storico-geografica del Friuli, che costituisce una porzione di territorio compresa tra il 91 e il 96%, e dalla parte di Venezia Giulia rimasta all'Italia dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia, non si può stabilire una demarcazione precisa tra queste due zone, in quanto secondo la parte friulana il confine sarebbe costituito dal fiume Timavo, un fiume in parte sotterraneo mentre per altri, residenti soprattutto a Trieste, questo passerebbe lungo il fiume Isonzo.
I confini sono:
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nord - Austria (Carinzia)
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est - Slovenia (Alta Carniola, Goriziano sloveno e Litorale)
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ovest - Veneto (Provincia di Belluno, Treviso e Venezia)
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sud - Mare Adriatico.
Morfologicamente la regione può essere suddivisa in 4 regioni naturali.
Colline
L'area collinare è situata a sud di quella montana e lungo la parte centrale del confine con la Slovenia. Il principale prodotto del settore agricolo in questa zona è il vino, la cui qualità, soprattutto la qualità bianca, è conosciuta in tutto il mondo (verduzzo,ramandolo, picolit). La parte più orientale della zona collinare è anche conosciuta come Slavia friulana, il cui nome ricorda le terre in cui dal VII secolo d.C. si erano insediate genti di origini slave.
Pianure centrali
L'area è formata da un'alta pianura, situata a nord, con suoli formati da depositi fluviali grossolani e permeabili, e da una bassa pianura, a sud, con suoli formati da depositi fluviali fini e impermeabili. Tra le due si allunga, da nord/ovest a sud/est, la fascia delle risorgive, dove le falde acquifere sotterranee, provenienti da monte, affiorano in superficie dando vita a numerosi corsi d'acqua, detti per l'appunto "di risorgiva". Nella bassa pianura il paesaggio è quello delle pianure irrigue, mentre nell'alta pianura il paesaggio è quello delle praterie aride ("magredi"), anche se negli ultimi decenni queste terre sono state messe a coltura ricorrendo a moderni ed efficaci sistemi di irrigazione. L'alta pianura friulana ha caratteristiche diverse nelle sue sezioni orientale e occidentale, separate dal corso del fiume Tagliamento. La seconda, percorsa dagli ampi greti ghiaiosi dei torrenti Cellina e Meduna, è spiccatamente più arida della prima. Le diverse caratteristiche dell'alta e della bassa pianura ne condizionano il popolamento: mentre nella prima gli insediamenti umani sono discontinui, nella seconda essi sono diffusi nel territorio e danno vita a conurbazioni. La maggior parte delle attività agricole della regione sono concentrate in questa zona.
Coste
Area che può essere ulteriormente suddivisa in due sottoaree, l'occidentale e quella orientale, separate dalla foce del fiume Isonzo (Riserva naturale della Foce dell'Isonzo). A ovest di questa la costa è bassa e sabbiosa con ampie lagune (laguna di Grado, Marano Lagunare) oltre a famose località balneari quali Grado e Lignano Sabbiadoro. A est, la costa sale verso le scogliere, dove l'altopiano carsico incontra l'Adriatico, fino a Trieste e Muggia, al confine con la Slovenia. Il Carso, caratterizzato da notevoli fenomeni geologici quali, le cavità carsiche e le numerose grotte (Grotta Gigante) e fiumi sotterranei, si estende nell'entroterra delle province di Trieste e Gorizia, con un'altitudine compresa tra 300 e 600 m.
Clima
Il clima del Friuli Venezia Giulia va dal clima submediterraneo delle zone costiere, a un clima temperato più umido nelle pianure e nelle zone collinari, fino al clima alpino delle montagne. La temperatura annuale media di Trieste (dati 2000-2008) è di 15,7 °C, mentre quella della pianura va dai 13,5 ai 14,5 °C. La zona della regione più mite è quella litoranea presso Trieste, sia per l'influenza del mare più profondo, sia per la parziale protezione dell'altopiano carsico. Questo tratto di costa gode di un clima tra i più secchi d'Italia e, specie nelle minime, risulta quasi sempre sensibilmente più mite del resto della regione, contando in media solo nove minime sottozero (in genere di pochi decimi o di -1 o -2 °C) all'anno contro le 60 e oltre minime (che possono arrivare fino ai -10 °C e oltre) di alcune zone della pianura. Sulla costa i venti principali sono la Bora da E-NE e lo Scirocco da Sud, che si alternano nel corso dell'inverno, mentre il Maestrale da O e le brezze predominano in estate. La zona della costiera triestina tra Sistiana e Miramare è riparata dal vento di Bora grazie al ciglione carsico sovrastante, mentre vi risultano esposte Trieste, il resto della costa, la bassa pianura, il cividalese e parzialmente la pianura da Palmanova a Gemona, zone sulle quali il vento nordorientale penetra sfruttando varie valli laterali delle Alpi Giulie. La montagna friulana ha un clima più rigido e piovoso e i livelli altimetrici delle nevicate e della vegetazione sono più bassi che nel resto delle Alpi.
Roma intervenne nell’Istria con tre spedizioni militari (221, 178-177 e 129 a.C.), interessata al controllo delle regioni subalpine orientali. Nel 181 a.C. nasce la colonia di Aquileia e da qui si irradiò la potenza romana, vanamente contrastata dalle popolazioni indigene: nel 177 a.C. vennero debellati gli Istri e distrutta Nesazio la loro capitale. Nel 129 a.C. furono battuti i Giapidi e nel 115 a.C. i Galli Carni. Una raggiera di strade collegò Aquileia ai passi alpini e, a guardia di questi furono fondati altri centri, Iulium Carnicum (Zuglio) sulla strada diMonte Croce, Forum Iulii (Cividale) su quella di Piedicolle, ed ancora Tergeste (Trieste) e Pietas Iulia (Pola). Nel 42 a.C. tutta la regione fino al Formione (Risano) entrò a far parte dell’Italia il cui confine fu portato all’Arsa in età augustea, probabilmente tra il 18 e il 12 a.C. Le Alpi orientali ebbero allora il nome di Giulie.
Questi territori fecero parte della Regio X Venetia et Histria, decima regione d’Italia, e la maggior parte delle loro città vennero ascritta a diverse tribù: Aquileia e Pola alla Velina, Iulium Carnicum alla Claudia, Forum Iuilii alla Scapita, Trieste alla Pupinia, Parenzo alla Lemonia. Nell’età di Marco Aurelio, il confine orientale dell’Italia supera le Giulie e comprende Emona (Lubiana), Albona e Tarsatica. La regione subì un processo di romanizzazione analogo a quelle della altre parti dell’Impero, e le popolazioni sottomesse si limitarono a conservare memoria delle loro origini preistoriche nei toponimi (la desinenza "acco" dei nomi di molte località friulane si deve ai contadini gallo-romani). A lungo rimase vivo il culto di divinità locali, illiriche nell’Istria orientale, galliche (Beleno) in Friuli. Furono secoli di prosperità, affluiva in Aquileia gente da tutto il mondo romano, ospitava i comandi dell’esercito danubiano, della flotta delLe vicende che portarono alla dissoluzione dell’Impero Romano furono tumultuose e drammatiche nella regione, esposta ai barbari e punto d’incrocio fra oriente e occidente. Nel 239 vi fu il "bellum aquileiense" fra le forze del senato e l’imperatore Massimino, che fu sconfitto e ucciso. Le opere di fortificazione lungo l’arco delle Alpi Giulie, iniziate già alla fine del II sec. vennero a formare col tempo un complesso sistema difensivo imperniato sul Castellum di Castra (Aidussina) e si diffusero pure le cinte murate; ma il Limes Italicus Orientalis non impedì a Teodosio, vittorioso sul Frigido (Vipacco) nellaBattaglia del Frigido contro Eugenio di saccheggiare Aquileia nel 394 d.C.
Infine nel 452 la città fu assediata e predata da Attila, con questo episodio si può far terminare il periodo romano della storia della parte nord-orientale d’Italia.
Epoca contemporanea
La costituzione del Regno d'Italia rafforzò l'irredentismo, non solo nell'Istria ma pure a Trieste e a Gorizia. Questa affermazione era favorita dal sistema elettorale austriaco. Il processo di industrializzazione di Trieste, di Monfalcone e Pola diventata dopo il 1866 una grande base navale, inserì nella lotta politica una consistente e ben organizzata forza politica: il partito socialista, mentre la situazione internazionale, causata dalla Triplice Alleanza rendeva spesso difficile l'azione dell'irredentismo che ebbe le sue principali manifestazioni a Trieste e in genere nelle città. Il movimento politico dei cattolici ebbe le sue maggiori affermazioni nel goriziano fortemente caratterizzato dal nazionalismo cattolico slavo. Queste lotte favorirono un notevole processo culturale e sociale, come pure della coscienza nazionale tra gli italiani a cui l'Impero Austriaco cercò di contrapporsi favorendo l'austroslavismo nei territori interessati.
La guerra italo-austriaca del 1915 ebbe tra i suoi obbiettivi fondamentali l'annessione della Venezia Giulia all'Italia. Essa fu combattuta per la maggior parte nel territorio della regione che risentì duramente delle operazioni belliche. A oriente e occidente del fiume Isonzo la regione fu retrovia del conflitto per tre anni e patì gravissimi danni nei porti e nelle valli dell'Isonzo dove Gorizia fu quasi totalmente rasa al suolo. Sugli italiani gravò l'oppressione poliziesca dell'Austria e dopo la rotta di Caporetto nel 1917 il Friuli subì la dura prova dell'invasione e dell'esodo di parte della popolazione e delle conseguenti spoliazioni.
Il Friuli Venezia Giulia raggiunge l'attuale conformazione dopo la seconda guerra mondiale. Il 10 febbraio 1947, alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia, sconfitta, aveva firmato a Parigi il Trattato di Pace con le potenze alleate (e associate) vincitrici, perdendo gran parte della Venezia Giulia.
La scelta di Trieste come capoluogo regionale fu fatta per dare alla città giuliana, privata dei propri tradizionali mercati di sbocco e della propria zona di influenza fin dalla fine della prima guerra mondiale e del proprio immediato entroterra subito dopo la seconda, un ruolo amministrativo importante. Trieste, dalla storia recente importante e travagliata, fu nel XIX secolo il principale porto dell'Impero Austro-Ungarico ed uno dei maggiori empori del Mediterraneo, nonché polo culturale di indiscussa importanza. La città che, dalla fine dell'Ottocento, era divenuta anche uno dei simboli del nazionalismo italiano, risultava però al momento del congiungimento essere estranea alla regione storica e geografica del Friuli.
Udine, da parte sua, fin dal XIII secolo diviene una delle città in cui risiedeva il Patriarca di Aquileia, in età medievale una degli stati più estesi ed importanti dell'Italia settentrionale. Il patriarcato di Aquileia si dotò, molto precocemente, di una Università istituita a Cividale del Friuli nel 1353 per concessione diretta dell'imperatore Carlo IV. La città di Udine continua ancora oggi con i suoi centri culturali a mantenere viva la storia e le tradizioni delle terre di cui storicamente fa capo.
Toponimo
Il nome Friuli è di origine romana e deriva dalla città di Forum Iulii (ora Cividale del Friuli) fondata da Giulio Cesare verso la metà del I secolo a.C. e divenuta dopo la distruzione di Aquileia ad opera degli Unni nel (452 d.C.), il capoluogo della regione Venetia et Histria, in posizione pedemontana più appartata, ma più sicura. Con le invasioni barbariche il nome, contrattosi nella forma attuale fu esteso a tutta la regione circostante sulla quale la città esercitava la sua giurisdizione, che divenne prima ducato, poi la marca ed infine la contea del Friuli. Anche il nome Venezia Giulia si richiama alla tradizione romana della Venetia et Histria e delle Alpes Iuliae, ricordando il substrato dei venetici e le imprese di Giulio Cesare e di Cesare Ottaviano Augusto, entrambi della Gens Iulia. Esso fu proposto nel 1863 dal glottologo goriziano Graziadio Ascoli.
Bandiera
La bandiera del Friuli Venezia Giulia è un'aquila dorata su campo blu. Il simbolo è stato ripreso da un paramento sacro conservato nel Museo del Duomo di Udine e appartenuto al patriarca Bertrando di Aquileia, considerato uno dei padri civili del Friuli.
Amministrazione e politica[modifica
Con legge Costituzionale n.1 del 31 gennaio 1963, ed entrata in vigore il 16 febbraio 1963 il Friuli Venezia Giulia è costituito in Regione autonoma, fornita di personalità giuridica, entro l'unità della Repubblica Italiana, una e indivisibile, sulla base dei principi della Costituzione, secondo tale Statuto. La Regione comprende i territori delle attuali province diPordenone, Udine, di Gorizia e dei 6 comuni di Trieste. Nella Regione è riconosciuta parità di diritti e di trattamento tutti i cittadini, qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono, con la salvaguardia delle rispettive caratteristiche etniche e culturali.
Il Consiglio regionale della XI legislatura è stato eletto con le elezioni del 2013
La regione autonoma Friuli Venezia Giulia è suddivisa in 4 province e 216 comuni.
Torta sacher con caffè
Ingredienti
Porzioni: 10
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200g di cioccolato fondente al 60%
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6 uova medie
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310g di zucchero semolato
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150g di mandole tritate in farina
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1 cucchiaino di caffè solubile sciolto in 1 cucchiaio di acqua (facoltativo)
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6 cucchiai di marmellata di albicocche
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Per la decorazione
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100g di cioccolato fondente al 60%
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40g di burro
Preparazione
Preparazione: 20minuti › Cottura: 1ora › Tempo aggiuntivo:2ore raffreddamento › Pronta in:3ore20minuti
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Riscaldare il forno a 180°C e imburrare uno stampo per torte a cerniera da 23cm di diametro.
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Sciogliere i 200g di cioccolato a bagnomaria.
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Superare 5 uova e raccogliere i tuorli in una ciotola insieme all'uovo intero rimasto e lo zucchero. Sbatterli con delle fruste elettriche finché saranno gonfi e chiari.
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Lavare e asciugare perfettamente le fruste elettriche e sbattere gli albumi a neve ferma in un'altra ciotola.
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Unire la farina di mandole, il cioccolato fuso e il caffè alla ciotola con i tuorli. Incorporare gradualmente e delicatamente gli albumi. Quindi versare il composto nello stampo imburrato.
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Infornare e cuocere per 1 ora o finché un stecchino infilato al centro della torta viene fuori pulito e asciutto. Negli ultimi 20 minuti, coprire la torta con un foglio di stagnola in modo che non si bruci. Sfornare, aprire lo stampo a cerniera e lasciar raffreddare.
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Riscaldare la marmellata in un pentolino e spennellarla sulla torta.
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Sciogliere insieme a bagnomaria i 100g di cioccolato insieme al burro. Mescolare finché raggiungeranno la consistenza di una crema densa.
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Versare la crema sulla superficie della torta completamente fredda e distribuirla in modo uniforme anche sui lati, con una spatola di silicone o un cucchiaio di legno. Lasciar riposare per qualche ora, quindi servire.
